20.07.2023
Animali sotto scacco. I dati di ecomafia 2023
E' il secondo settore in Italia per numero di ecoreati, dopo quello del cemento. Traffico di cuccioli e specie protette, bracconaggio e pesca illegale, ma anche corse e combattimenti clandestini: i crimini contro la fauna valgono il 21,12% del totale e sono in crescita (+4,3%) rispetto all'anno precedente. Per invertire la rotta, Legambiente chiede un'efficace tutela penale della fauna, con sanzioni adeguate ed efficaci nei confronti di chi lucra sulla pelle degli animali.
Il commercio illecito di fauna e flora è stimato, a livello globale, al quarto posto dopo il traffico di armi, droga ed esseri umani, con un valore ricompreso, tra i 7 e i 23 miliardi di dollari annui, escludendo la pesca illegale (stimata in altri 36 miliardi). In questo circuito illegale, gli Stati membri dell’Unione europea sono uno dei mercati principali. Ciononostante, non esiste alcun accordo internazionale specifico per prevenire e reprimere i reati contro la fauna selvatica.
In Italia, l’inconsistenza delle normative nazionali e degli atti regolamentari regionali rende facile ai criminali lucrare sulla pelle degli animali e rende ancora più difficile alle Forze dell’ordine effettuare controlli e interventi repressivi. nell'ultimo anno, sono stati contestati 6.481 reati (6.215 nel 2021) che rappresentano il 21,12% del totale dei reati ambientali, sono state denunciate 5.486 persone (5.097 nel 2021), sono stati effettuati 1.862 sequestri (2.890 nel 2021) e dodici arresti (4 nel 2021). Dati che hanno registrato, nell’ultimo anno, una crescita complessiva del 4,3% dei reati accertati, del 7,6% delle persone denunciate e del 200% degli arresti.
Tornano a crescere i reati a “mare”, che passano dai 3.353 del 2021 ai 3.793 del 2022, con un incremento del 13,69%. In testa alla classifica nazionale per numero di reati accertati figura anche quest’anno la Sicilia (797 reati, contro i 780 del 2021, +2,2%), seguita dal Lazio (694 reati, contro i 581 del 2021, +19,4%) e dalla Puglia (669 reati, contro i 588 del 2021, +13,8%). Le province più interessate sono Roma (589 reati, contro i 452 del 2021, +30,3%), Bari (521 reati, contro i 156 del 2021, +234%) e Genova (493 reati, contro i 231 del 2021, +113,4%).
Se il 2022 si era aperto con un’importantissima modifica della Carta costituzionale che ha incluso tra i principi fondamentali della nostra Repubblica, la tutela di ecosistemi, biodiversità e animali, la prima norma approvata nel 2022 dal Parlamento italiano al riguardo ha previsto l’adozione urgente del Piano straordinario nazionale per il controllo della fauna, ossia un piano per avviare l’uccisione di molti animali selvatici. Per questo governo, l’urgenza non è più il contrasto al bracconaggio e ai commerci illegali di fauna, ma una lotta improvvisa alla fauna del Belpaese. Questo piano renderà ancor più complicato per le Forze di polizia contrastare il bracconaggio mentre consentirà, in ogni periodo dell’anno e in ogni luogo (comprese città e aree protette), anche per specie selvatiche particolarmente tutelate, la caccia sotto l’ombrello del "controllo faunistico".
Molto diffusi in Italia, perché decisamente lucrativi e privi di rischi, sono anche gli affari illegali sulla pelle degli animali domestici. Come per il bracconaggio, anche queste vicende sono connesse alla fragilità e all’inconsistenza del quadro normativo. Quest’anno si registrano importanti inchieste relative alle corse clandestine dei cavalli, ma anche organizzazioni criminali che importano cuccioli senza cure, vaccinazioni o registrazione per rivenderli a prezzi enormi.
Per proteggere la biodiversità attuando la nostra Costituzione, è necessario combattere anche le pratiche di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca Inn). La relazione speciale pubblicata a settembre 2022 dalla Corte dei conti europea ha definito la pesca Inn “una delle più grandi minacce per gli ecosistemi marini [che] compromette gli sforzi per gestire le risorse ittiche in modo sostenibile”. I dati del 2022 hanno fanno emergere “soltanto” 29 reati accertati, 1.049 illeciti amministrativi e 782 sequestri, tra cui 7 imbarcazioni e 5.634 attrezzi. Numeri rappresentativi, di nuovo, della mancanza di adeguati strumenti normativi che possano consentire alle Capitanerie di Porto di fermare i grandi vantaggi economici della pesca illecita.