L’illegalità ambientale

Il primo capitolo del rapporto Ecomafia 2024 evidenzia un quadro allarmante dell’illegalità ambientale in Italia nel 2023. I dati raccolti mostrano un significativo aumento dei reati accertati, che raggiungono quota 35.487 (+15,6% rispetto al 2022), con una media di quasi 100 reati al giorno. Questo incremento è accompagnato da una crescita delle persone denunciate (+30,6%) e degli arresti (+43%). Anche i sequestri sono in aumento (+19%), segnalando un’intensificazione dell’attività di contrasto.
Le violazioni riguardano principalmente il ciclo illegale del cemento, con oltre 13.000 reati legati all'abusivismo edilizio e alle violazioni urbanistiche, e il ciclo dei rifiuti, dove i reati sono cresciuti del 66,1%, con arresti triplicati rispetto all'anno precedente. Non mancano crimini contro la fauna e incendi dolosi, che continuano a devastare il territorio.
Le regioni con una forte presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) restano epicentri di illegalità, concentrando il 43,5% dei reati ambientali del paese. La Campania, in particolare, si conferma al primo posto per il numero di reati.
Un ruolo importante nella lotta contro questi crimini è svolto dalla Legge 68/2015, che ha introdotto delitti ambientali nel codice penale italiano. Nel 2023 sono stati applicati più di 600 provvedimenti relativi a questa legge, con un incremento degli arresti e dei sequestri, seppur accompagnato da una leggera riduzione dei controlli.
Il rapporto denuncia l’urgenza di intervenire su una criminalità ambientale sempre più sofisticata e pervasiva, che non solo danneggia gravemente l’ecosistema ma mette a rischio la salute e il benessere dei cittadini.