Gli shopper di plastica fuorilegge

Lo scorso 7 settembre la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali a essi correlati ha approvato la prima Relazione sul mercato illegale delle buste di plastica-shopper. I dati riportati nella Relazione (fonte Ispra) indicano che nel 2020 sono state immesse sul mercato 88mila tonnellate di borse in plastica, in lieve aumento rispetto al 2019 (+1,6%), di cui il 78% (dell'immesso al consumo) è costituito da regolari shopper biodegradabili e compostabili, pari a circa 68 mila tonnellate. Allo stesso tempo rimane ancora alto il tasso di illegalità, considerato che secondo la Relazione ancora 4 sacchetti su 10 sarebbero ancora in plastica tradizionale, ossia non a norma, circolanti soprattutto presso gli esercizi commerciali al dettaglio e i mercati rionali ed ambulanti. Secondo i dati Plastic Consult, il mercato degli shopper compostabili valeva nel 2021 circa 59.000 tonnellate (+5,3% rispetto al 2020), a cui vanno aggiunte circa 15mila tonnellate di sacchetti per la raccolta dell’umido (+5%).

Il lavoro della Commissione ha messo alla luce che la produzione delle plastiche non a norma spesso avviene negli stessi siti produttivi dove vengono prodotte le plastiche biodegradabili e compostabili e ciò al fine di occupare una porzione di mercato “diversa”, generando così un surplus di profitti.

Di fatto, per chi viola o elude la legge sulle borse in plastica è prevista dall’art. 261, comma 4-bis, 4-ter e 4-quater del decreto legislativo n. 152/2006, una sanzione amministrativa che va dai 2.500 a 25.000 euro, elevabili fino a 100.000 euro se la violazione riguarda quantità ingenti di borse di plastica o un valore della merce superiore al 10 per cento del fatturato del trasgressore, nonché nel caso di utilizzo sulle borse di diciture o altri segni elusivi degli obblighi previsti dalla normativa.

Il 23 febbraio 2022, in audizione presso la Commissione, il Comandante del CUFA Gen. C.A. Antonio Pietro Marzo e il Generale Valerio Giardina, Comandante del Comando Carabinieri Tutela Ambientale e della transizione Ecologica hanno illustrato i risultati di alcune attività ispettive sulla filiera di produzione delle bioplastiche, presso produttori e rivenditori operanti nel settore degli imballaggi, per prevenire e reprimere condotte di gestione illecita di rifiuti e frodi nonché per verificare la rispondenza ai criteri di ecocompatibilità e compostabilità fissati dalle norme di riferimento. Nel corso delle ispezioni sono state elevate sanzioni amministrative per un ammontare di 300 mila euro, nonché sequestrate oltre 140 tonnellate di materiale plastico, per un valore stimato superiore ad 1 milione di Euro.

(Estratto da "Ecomafia 2022, Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia" Edizioni Ambiente)