L’iter di revisione della Direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente
La Commissione europea ha deciso di riformare la Direttiva europea 2008/99 sulla tutela penale dell’ambiente a fronte non solo della crescita del fenomeno della criminalità ambientale fuori e dentro l’Unione europea, ma anche in ragione degli scarsi risultati ottenuti dalla Direttiva fino a oggi.
Nel corso di una valutazione della direttiva condotta tra il 2019 e il 2020, infatti, è emersa la necessità di definire in modo più chiaro gli illeciti penali previsti e di includere nuove fattispecie criminose, rivedere e aggiungere nuove forme di sanzioni nonché di rinforzare la cooperazione fra Stati membri e oltre confine.
Perciò, la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica volta a migliorare tale normativa ricevendo, tra febbraio e maggio 2021, circa 500 risposte, soprattutto da privati cittadini.
Successivamente ha formulato una proposta di revisione attivando così la procedura legislativa europea: fino ad aprile 2022 sono giunte osservazioni dalla collettività, pareri positivi del Comitato Economico e Sociale e dei Parlamenti nazionali, mentre la Commissione per gli affari giuridici (JURI) del Parlamento europeo e i membri del Consiglio hanno lavorato sul testo proposto.
La Commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) ha già presentato il suo parere lo scorso ottobre, mentre la Commissione per gli affari giuridici sta esaminando più di 550 emendamenti arrivati in Parlamento. Considerato che il Consiglio ha già adottato un orientamento generale sulla proposta di riforma il 9 dicembre, è verosimile che anche il Parlamento si esprima in modo favorevole il prossimo marzo.
Sebbene il processo legislativo europeo sia ancora nel bel mezzo dei lavori, non appare lontana un’approvazione congiunta del Consiglio e del Parlamento della riformata direttiva sui reati ambientali. Del resto, gli obiettivi dichiarati dalla Commissione di attualizzare il quadro normativo europeo a tutela dell’ambiente e migliorare così l’efficacia delle indagini e dei procedimenti penali in Europa sembrano più che condivisi.