09.02.2023

Traffico di rifiuti dalla Campania al porto di Sousse. Condannato ex ministro tunisino

Il Tribunale di Tunisi ha condannato a 3 anni di reclusione l’ex Ministro Mustapha Aroui e 3 funzionari del Ministero dell’Ambiente tunisino per corruzione: la vicenda è quella del traffico di rifiuti italiani importati illegalmente nel paese arabo nell’estate 2020.

Un vero e proprio caso mediatico per la Tunisia, che ha coinvolto anche un dirigente del Ministero, condannato a 10 anni, e il titolare della società tunisina importatrice condannato, in contumacia, a 15. Al contrario, nel nostro Paese, il caso non ha destato l’interesse delle istituzioni fino al gennaio 2022 e l’indagine penale condotta dalla Procura di Potenza è ancora in corso.

Al porto di Sousse le autorità doganali scoprirono 280 container provenienti dalla Campania contenenti rifiuti domestici senza nessun trattamento, la cui importazione è vietata dalla legislazione tunisina e da trattati internazionali; la società tunisina Soreplast li aveva spacciati per rifiuti plastici non pericolosi da riciclare nel Paese. Sul caso si aprì un’indagine che portò subito all’arresto del Ministro Aroui e alla rivelazione che il contratto con l’azienda di Polla, in provincia di Salerno, prevedeva lo smaltimento dei rifiuti in Tunisia ad un prezzo stracciato, 48 euro a tonnellata, per un ammontare complessivo di 120.000 tonnellate all’anno.

Il sospetto di un giro di commercio illegale di rifiuti e di corruzione transnazionale è stato confermato quando, in seguito a un accordo tra Italia e Tunisia dello scorso febbraio, 213 container furono rimpatriati e subito sequestrati dal Noe di Salerno per sospette attività mafiose, mentre i restanti 67 erano stati incendiati misteriosamente nel dicembre 2022.

La relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della scorsa legislatura ha messo in luce, non solo la pratica diffusa di inviare rifiuti all’estero per abbattere i costi di smaltimento, ma anche le irregolarità dei funzionari regionali che hanno autorizzato la spedizione: hanno individuato la Soreplast su consiglio del console tunisino a Napoli non affidandosi alle autorità competenti tunisine, ma soprattutto hanno autorizzato il riciclo di rifiuti che risultavano ufficialmente non recuperabili.