Italia a fuoco. La piaga degli incendi boschivi (da Ecomafia 2022)

Secondo i dati Effis (European Forest Fire Information System), nel 2021 quasi 160.000 ettari di superfici boscate e non boscate italiane sono stati devastati dalle fiamme il 154,8% in più di quelli finiti in cenere nel 2020. E si tratta di un dato sicuramente sottostimato, visto che il sistema di monitoraggio europeo prende in considerazione solo gli incendi che hanno interessato una superficie non inferiore ai 30 ettari.
Il numero di incendi in totale ammonta a 1.422, il 90% dei quali è avvenuto nei mesi di luglio e agosto. Le Forze dell’ordine hanno accertato 5.385 reati, il 27% in più rispetto al 2020. Sono cresciute anche le persone denunciate 658 con un incremento del 19,2%, anche se il loro numero continua ad essere sottodimensionato rispetto ai reati, in quanto permangono difficoltà nell’individuazione dei responsabili dei roghi. Il più grande incendio si è verificato in Sardegna con oltre 13.000 ettari di superficie bruciata, mentre la regione più colpita sia per numero di reati (993), sia come ettari interessati dalle fiamme è la Sicilia (81.590, il 51,3% del totale nazionale), seguita da Calabria, Puglia e Campania. Nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa si concentra il 52,4% dei reati e il 79,1% della superficie.
L’area mediterranea risulta particolarmente vulnerabile e sensibile ai mutamenti climatici e ai connessi eventi naturali estremi. In un futuro ormai prossimo, l’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni amplificheranno ancora di più l’attuale vulnerabilità del territorio rispetto al rischio di incendi boschivi. Lo scenario al 2050 prevede un allungamento della stagione degli incendi del 11% e un aumento delle giornate con pericolosità estrema di circa il 46% rispetto allo storico.
Tra le azioni essenziali individuate da Legambiente, il concreto investimento in prevenzione, pianificazione e programmazione è il primo passo. Occorre partire da un utilizzo ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali e di programmi di sviluppo rurale e di conservazione della biodiversità dei fondi strutturali e del Pnrr. Inoltre, utilizzando i dati geolocalizzati Effis, è prioritario mappare i territori più a rischio da presidiare dal 1° giugno al 30 ottobre così da individuare anche i luoghi dove rafforzare le attività investigative per portare alla luce gli interessi dietro agli incendi e i criminali che li appiccano. Non per ultimo, inasprire ed estendere le pene per reato boschivo nonché le sanzioni amministrative a qualunque incendio di vegetazione è necessario per proteggere il territorio italiano da nuove devastazioni.