18.12.2023

Abbattuto l’ecomostro di Melissa (Kr). Legambiente: finalmente, un segnale importante nella regione dove si demolisce meno del 10% degli abusi edilizi

L'ecomostro di Melissa prima e durante la demolizione

Si chiama, anzi, si chiamava, Palazzo Mangeruca. Dopo 16 anni di vertenze giudiziarie, l'immobile abusivo sequestrato nel 2007, e in seguito confiscato, che campeggiava lungo la costa crotonese, oggi non c'è più. Con 400 chili di esplosivo, domenica 17 dicembre, è stato fatto esplodere e ridotto in macerie. Era un ex mobilificio di sei piani, 6.000 metri quadrati lungo la statale 106, di proprietà di Costantino Mangeruca, considerato un prestanome della cosca di 'ndrangheta dei Farao Marincola. “La demolizione di questo ecomostro, dopo una serie di annunci fatti nel tempo da varie amministrazioni regionali nel corso degli anni, è un rilevante ed importante segnale da parte della Regione Calabria nella lotta all’abusivismo edilizio”, hanno commentato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria e Stefano Ciafani, presidente di Legambiente nazionale. Tanto più se si considera che la Calabria è terra di persistente e diffuso abusivismo edilizio, fenomeno non raramente legato agli interessi della criminalità organizzata. Nella classifica delineata dall’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, la Calabria è quinta per numero di reati connessi al ciclo del cemento. 

Secondo l’ultimo report di Legambiente “Abbatti l’abuso. I numeri delle mancate demolizioni nei Comuni” dedicato all’abusivismo edilizio nelle 5 regioni più esposte (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e Lazio), la Calabria è in fondo alle classifiche in base a tutti gli indicatori presi in considerazione dal monitoraggio, a partire dai dati sulla trasparenza (hanno risposto poco più del 13% dei Comuni), dal numero di ordinanze di demolizione eseguite sul totale di quelle emesse,  il 9,6% nell’arco di quasi un ventennio, fino al numero di immobili acquisiti al patrimonio pubblico, solo l’1,2%. “La gravità della situazione dell’abusivismo edilizio, che Legambiente denuncia da tempo, in particolare nel Mezzogiorno - hanno aggiunto Parretta e Ciafani - è tale da richiedere un forte impegno da parte di tutte le istituzioni, a partire del governo nazionale, ma dalla Calabria arrivano anche segnali positivi. La direzione intrapresa dalla Regione è doverosa: sul territorio calabrese non vogliamo più vedere ecomostri come Palazzo Mangeruca, che costituiscono ferite inferte al territorio segnando, per anni, l’immaginario collettivo e pregiudicando la bellezza e le possibilità di sviluppo ecosostenibile della regione. Chiediamo alla Regione Calabria di proseguire con determinazione nella lotta agli ecomostri presenti sul territorio regionale, supportando i Comuni anche sotto il profilo finanziario, nelle azioni di abbattimento e del successivo ripristino del territorio. Ma sono necessarie anche concrete attività di controllo e vigilanza sull’attività urbanistica ed edilizia, per prevenire l’abusivismo edilizio e fermare il consumo di suolo”.