Operazione KEU verso il processo, Legambiente si costituirà come parte civile

11/01/2024 - Inquinamento ambientale, traffico di rifiuti pericolosi e associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa. Sono questi alcuni dei reati contestati dalla procura di Firenze, che ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone e 6 aziende, coinvolte nell’inchiesta KEU. L’udienza preliminare si aprirà il 12 aprile davanti al giudice Gianluca Mancuso e vede Legambiente tra le parti offese, pronta a costituirsi come parte civile.

Le indagini, condotte dal Comando regionale Carabinieri Forestale della Toscana insieme al Nucleo Operativo Ecologico di Firenze, hanno portato alla luce un illecito meccanismo di traffico e smaltimento delle scorie di risulta della concia delle pelli, provenienti dal comprensorio del cuoio di Santa Croce sull’Arno.

I residui, detti “KEU” (ossia “ceneri derivanti dall’essiccazione dei fanghi di depurazione”), non bonificati e quindi altamente inquinanti, sono stati miscelati con diversi materiali per essere poi utilizzati in attività edilizie, sarebbero stati utilizzati tal quali in grandi appalti pubblici con un concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde. Si tratta di circa 8mila tonnellate destinate alla realizzazione di diverse opere come il V lotto della SR 429 Empolese-Valdelsa. Non solo, gli scarti sarebbero stati fatti sparire anche in altri cantieri o siti come quello dell’aeroporto militare di Pisa (poi bonificato), in un terreno di recupero ambientale a Massarosa, nella zona del Green Park a Pontedera e nella Strada Provinciale 26, nel territorio comunale di Montaione.

Un sistema che, secondo l’accusa, avrebbe visto tra i protagonisti coinvolti attivamente politici, imprenditori e amministratori locali, insieme a soggetti legati alle cosche Gallace e Grande-Aracri. Dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze è emerso che il titolare dell’impianto di trattamento abusivo di materiali riciclati dai reflui delle concerie di Santa Croce Sull’Arno (PI) ha avuto stretti contatti con gli esponenti del gruppo mafioso. Sono proprio gli affiliati della cosca ad aver preso il controllo del subappalto del movimento di terra per la realizzazione del già citato V lotto della SR 429 Empolese-Valdelsa. Inoltre, i soggetti affiliati al clan, a capo di alcune ditte, erano riusciti inserirsi in diverse commesse pubbliche in Toscana, disfacendosi a quel punto dei rifiuti contaminati.

Nella stessa inchiesta è finita anche la gestione del depuratore di Aquarno, destinatario di finanziamenti pubblici, che sarebbero dovuti servire a ridurne l’impatto ambientale. Una vicenda oscura, emersa nel 2021 grazie alle segnalazioni all’Arma dei Carabinieri da parte di alcuni cittadini, che hanno denunciato il sospetto e sistematico sversamento di liquami dal depuratore sotto indagine.

“Il dispositivo di convocazione dell’udienza preliminare nel processo KEU – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – segna una nuova tappa nell’accertamento della verità in quello che possiamo definire il più grave caso di inquinamento ambientale della storia della nostra regione. Legambiente si costituirà parte civile e seguirà con rigore tutto l’iter del procedimento. Le scorciatoie e le infiltrazioni del malaffare sono infatti il peggior nemico dell’economia circolare, unica prospettiva di sviluppo concreto per il nostro Paese, storicamente povero di materie prime”.