26.02.2024

La devastazione del torrente Valanidi, Legambiente si costituirà parte civile  

26/2/2024 - Associazione finalizzata al traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, occupazione di suolo pubblico, nonché disastro e inquinamento ambientale: questi i crimini imputati a un gruppo di cinque persone, tra titolari e dipendenti, di un’azienda specializzata di attività di demolizione e movimento della terra in Calabria.  Vittima delle attività criminose il torrente Valanidi, nel quale venivano sversati, mediante l’utilizzo di mezzi pesanti, ingenti quantitativi di rifiuti speciali (scarti da cantieri edili, materiale inerte e relativi residui fangosi).  

Nello specifico, le indagini hanno fatto emergere che all’interno del corso d’acqua sono state smaltite oltre cinquemila tonnellate di rifiuti. Le discariche a cielo aperto si estendevano per cica un chilometro in un’area considerata bene demaniale sottoposto a tutela paesaggistico. Come se non bastasse, l’azienda si impadroniva regolarmente il pietrisco del torrente, che così entrava direttamente nel ciclo illegale del cemento.  

Vista la natura dei crimini, Legambiente ha deciso di costituirsi parte civile nel processo, grazie ai propri avvocati dei Centri di Azione giuridica, nel procedimento penale avviato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.  

L'inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia, ha portato alla luce l’ennesimo esempio in cui la ‘ndrangheta tesse un legame illegale tra ciclo del cemento e traffico di rifiuti. Vittime innocenti dei danni di un sistema di smaltimento illecito e del saccheggio delle materie naturali, come sempre, sono l’ambiente e la collettività.  

Purtroppo, la Calabria è un territorio martoriato dal ciclo illegale dei rifiuti. Stando alle informazioni raccolte nel Rapporto Ecomafia 2023, basate sui dati relativi al 2022, nella regione sono 344 i reati e 1018 gli illeciti amministrativi accertati: si tratta della quinta regione in classifica, preceduta solo da Campania, Puglia, Lazio e Lombardia. Entrando nel merito del ciclo del cemento, i reati sono 871 mentre gli illeciti 1083; nello specifico Cosenza e Reggio Calabria sono tra le province italiane maggiormente colpite, con rispettivamente 272 e 155 crimini registrati