Operazione Scirocco, al via il processo. Legambiente si costituisce parte civile.
21/05/2024 La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di 29 persone e cinque società nell'ambito dell'inchiesta Scirocco, incentrata sulla presunta gestione illecita di depuratori dislocato sull'intero territorio regionale. L'udienza è stabilita per il 12 giugno e Legambiente si costituirà parte civile.
Associazione per delinquere al fine di commettere reati contro l'ambiente e la pubblica amministrazione, frode nelle pubbliche forniture, inquinamento ambientale, traffico illecito di rifiuti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono questi i reati contestati, a vario titolo, dai sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma.
Al centro dell'indagine ci sono le società del gruppo Minieri che aveva in appalto la gestione dei depuratori. L'accusa sostiene che avrebbero vinto le gare d'appalto grazie a ribassi consistenti per poi non adempiere agli obblighi contrattuali.
Il risultato, secondo gli inquirenti, sono state mancate manutenzioni agli impianti, gestione illecita nello smaltimento dei fanghi, liquami che confluivano nei corsi d'acqua e nel mare.
Nell'inchiesta sono coinvolti sia dipendenti nei vari impianti di depurazione delle società, che pubblici funzionari, responsabili dell'ufficio tecnico nei comuni di Belvedere Marittimo e Falconara Albanese.
Sono accusati, di avere commesso frode nell'esecuzione del contratti di affidamento del servizio di gestione dei depuratori, liquidando somme per prestazioni che risultavano, per contratto, a carico della società da rappresentata da Minieri. Inoltre quest'ultimo è accusato anche di una tentata estorsione ai danni di un dipendente del depuratore di Cirò Marina che avrebbe cercato di far desistere dall'intraprendere azioni sindacali, volte a ottenere lo stipendio, attraverso due soggetti che avrebbero minacciato il dipendente di pesanti conseguenze se non avesse ritirato la denuncia.
“L’operazione Scirocco con l’indagine portata a termine dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza energetica e del Cufaa in Calabria, nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - conferma quanto sia importante la nostra attività di monitoraggio sui territori che portiamo avanti ogni anno sia con Goletta Verde, la nostra storica campagna estiva con la quale monitoriamo lo stato di salute del mare e delle coste denunciando il problema cronico della maladepurazione, sia con il report di denuncia Mare Monstrum. In particolare, l’analisi da parte delle forze dell’ordine con i nostri dati ha permesso di svelare fenomeni criminali assai diffusi legati anche ai traffici che agli smaltimenti illegali dei fanghi di depurazione. Ci costituiremo parte civile nel procedimento aperto dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro per chiedere che venga fatta ecogiustizia in nome del popolo inquinato” .
“Da anni – aggiunge Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – denunciamo il fenomeno della maladepurazione in Calabria che, soprattutto in alcune zone, per come messo in luce dai monitoraggi di Goletta verde, presenta problemi ricorrenti ed irrisolti con aree fortemente e costantemente inquinate. Il nostro territorio, soprattutto costiero è purtroppo interessato da fenomeni illegali sempre più diffusi come ha evidenziato anche la nuova operazione Scirocco. L’auspicio - continua - è che la Calabria possa, finalmente, accelerare il passo per superare le problematiche connesse alla mala depurazione con attività di prevenzione e contrasto delle illegalità sempre più incisive tutelando il mare e gli ecosistemi, l’ambiente e la salute dei cittadini oltre che l’economia regionale. Il futuro della nostra bellissima regione è strettamente e necessariamente connesso alla salvaguardia ambientale”.