04.11.2024

Rifiuti Connection

Il capitolo "Rifiuti Connection" del rapporto Ecomafia 2024 documenta l’escalation della criminalità legata al ciclo dei rifiuti in Italia nel 2023. Il numero di reati accertati ha raggiunto quota 9.309, con un incremento del 66% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno ha portato anche a un aumento significativo delle denunce (+75,9%), degli arresti (+162,8%) e dei sequestri (+54,8%), evidenziando la persistenza e la pervasività dell’illegalità in questo settore.

Le regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) restano le più colpite, rappresentando il 46% del totale nazionale. La Campania si conferma in testa con 1.859 reati, seguita da Puglia, Calabria e Sicilia. Tuttavia, l’illegalità è diffusa in tutto il territorio italiano, incluse regioni del Nord come Lombardia, Piemonte e Toscana.

Traffico organizzato di rifiuti

Uno degli aspetti più preoccupanti è il traffico organizzato, regolato dall’articolo 452-quaterdecies del codice penale. Nel 2023, sono state chiuse 26 inchieste, con 159 arresti e il coinvolgimento di 64 aziende. Dal 2002, le operazioni hanno raggiunto quota 608, toccando anche 51 Stati esteri. Il traffico include ingenti quantità di rifiuti pericolosi, come fanghi di depurazione e scarti industriali, che rappresentano oltre l’80% delle tonnellate sequestrate.

Ruolo delle mafie

Le organizzazioni mafiose continuano a giocare un ruolo centrale. Clan come i Casalesi in Campania e le cosche calabresi della 'ndrangheta monopolizzano il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti, spesso con metodi sofisticati che eludono i controlli. Questi gruppi utilizzano società di copertura per gestire carichi di rifiuti, mentre il ricorso a pratiche come il giro bolla consente di mascherare i traffici come attività legali.

Evoluzione dell’illegalità

La criminalità legata ai rifiuti si è evoluta verso schemi più complessi, che includono frodi fiscali, utilizzo di bad company e falsificazione di documenti per il riciclo in nero. I trafficanti si adeguano alle normative, sfruttando le ambiguità del processo di end of waste per trasformare falsamente i rifiuti in materiali riutilizzabili.

Danni ambientali e sociali

Il fenomeno non si limita al traffico organizzato. Episodi di smaltimenti abusivi e incendi dolosi continuano a danneggiare l’ambiente. Nel 2023 si sono registrati 74 incendi presso impianti di trattamento rifiuti, un numero ancora preoccupante, seppur in calo rispetto al 2022.

Il rapporto evidenzia come l’assenza di infrastrutture adeguate e una governance debole lascino spazio all’infiltrazione criminale, con gravi conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche. La lotta a queste attività rimane una priorità cruciale per tutelare il territorio e garantire giustizia.