Solo in parte gli incendi si spiegano con la tradizione agropastorale, che considera il fuoco un mezzo per procurarsi nuovo pascolo o, nel caso dei contadini, per rigenerare la fertilità del terreno. Nel resto dei casi, l’incendio doloso si lega quasi sempre a interessi speculativi legati all’edilizia, ma non solo: in alcune regioni il numero di incendi crea o conferma assunzioni di operai forestali precari. Non raramente è capitato che ad accendere un rogo siano stati proprio coloro che erano pagati per spegnerlo.
Gli strumenti principali per frenare la devastazione delle aree protette restano però l’applicazione di leggi per evitare la speculazione sulle aree incendiate, il rafforzamento dei divieti e l’istituzione del catasto regionale delle aree attraversate dal fuoco.
Fonte: elaborazione Legambiente su dati del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari Carabinieri (Cufa) e dei Corpi forestali delle regioni a statuto speciale e su dati European forest fire information system (Effis) (2021).